Dieta mediterranea e rischio cardiovascolare: nuovi modelli e nuove conferme

E’ la modifica delle abitudini alimentari complessive piuttosto che le caratteristiche individuali della dieta ad essere proposta come un approccio più efficace per la prevenzione e l’intervento medico nel caso delle malattie cardiovascolari (CVD) .

Sulla base di prove sperimentali cliniche, studi di coorte prospettici, raccomandazioni dell’American Heart Association e il modello dietetico 2015-2020 per gli americani, l’adozione di una dieta mediterranea (MED) è associata alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, anche nelle popolazioni non mediterranee.

Due studi clinici randomizzati europei, condotti nei paesi mediterranei, hanno esaminato una scelta di consumo di MED rispetto a una dieta di controllo e hanno riscontrato riduzioni significative negli eventi clinici di CVD. Nello studio Lyon Diet Heart, 605 uomini francesi con un primo infarto miocardico (MI) sono stati randomizzati per una adozione di MED confrontati con che aveva adottato il modello nutrizionale proposto dall’American Heart Association Step 1 control diet, con un conseguente rischio relativo di CVD ricorrente dal 50% al 70%.

I biomarcatori CVD intermedi (compresi i lipidi tradizionali) erano simili tra i gruppi in studio. Successivamente, lo studio Prevención con Dieta Mediterránea (PREDIMED) ha rilevato che un intervento attraverso MED arricchito con noci o olio extravergine di oliva ha ridotto i primi eventi CVD del 30% rispetto con una dieta a basso contenuto di grassi, in una popolazione spagnola ad alto rischio controllata attraverso politiche di prevenzione primaria.

Questo studi dimostrano che l’assunzione di un modello nutrizionale basato sulla Dieta Mediterranea arricchita è stato associato a circa un quarto della riduzione del rischio relativo negli eventi CVD, che potrebbero essere spiegati in parte da noti fattori di rischio, sia tradizionali che nuovi.

» Jama: “Assessment of Risk Factors and Biomarkers Associated With Risk of Cardiovascular Disease AmongWomen Consuming a Mediterranean Diet”