Vaccini. Lenzi (Pd): “Governo esclude nesso di causalità tra loro somministrazione e autismo”

Per la capogruppo Pd in commissione Affari Sociali, le valutazioni scientifiche
dovrebbero essere affidate a organi competenti e non alla magistratura.
Questa la risposta. Così Lenzi ha commentato la risposta del sottosegretario
De Filippo ad una sua interrogazione in commissione.

“Prendiamo atto della risposta del sottosegretario alla Sanità, Vito De Filippo, ad una nostra
interrogazione in merito alla relazione tra la somministrazione di vaccini obbligatori e l’insorgenza di
patologie come l’autismo. Il rappresentante del governo, con le evidenze disponibili, ha escluso ogni
ipotesi di un nesso causale tra l’insorgenza della patologia dell’autismo e la somministrazione del vaccino
trivalente. Conferme in tal senso sono venute da un gruppo indipendente di esperti negli Stati Uniti sulla
base di una approfondita revisione degli studi clinici esistenti”. Lo ha detto Donata Lenzi, capogruppo Pd
in commissione Affari sociali della Camera commentando la risposta del sottosegretario De Filippo ad
una sua interrogazione in commissione.

“Nello stesso tempo – ha proseguuito Lenzi -, ha sottolineato come l’Organizzazione mondiale della
Sanità abbia recentemente lanciato l’allarme sull’aumento dei casi di poliomielite in paesi molto vicini
all’Italia, cosa che non accadeva da decenni. L’Italia ha mantenuto per anni una elevata proporzione di
soggetti vaccinati e quindi dovrebbe rimane indenne; ma, a maggior ragione, la campagna a favore delle
vaccinazioni deve essere implementata come per altro previsto nel Piano nazionale per la prevenzione in
via di approvazione. Ha inoltre confermato che recentemente la Procura di Trani ha avviato una indagine
epidemiologica per verificare l’eventuale correlazione tra autismo e vaccini e che questa valutazione sarà
affidata a un pool di esperti composto da un medico legale, un neurologo e uno psichiatra infantile. È del
tutto incredibile che le valutazioni di natura sanitaria nel nostro Paese siano poste in carico alla
magistratura e non ad organi scientifici competenti e autorevoli e che ogni magistrato si faccia il proprio
personale pool di esperti. Altrettanto difficile da accettare è il mancato coinvolgimento del ministero della
Salute e di conseguenza dall’Avvocatura dello Stato”.

Tratto da QuotidianoSanità.it